Chiediamo al Dott. Ernesto Vatteroni qual è la differenza tra sbiancamento e pulizia dei denti.
“Avere denti sani è molto importante perché la loro salute è strettamente collegata alla salute dell’intero organismo.
Affinché denti e gengive restino sani a lungo, però, è necessario seguire delle regole di igiene quotidiana semplici ma precise e sottoporsi a regolari controlli dal proprio dentista.
La pulizia dei denti è un trattamento odontoiatrico al quale tutti, grandi e piccini, devono sottoporsi periodicamente.
La pulizia dei denti professionale consiste nella rimozione di placca e tartaro attraverso l’apposita strumentazione, in modo da restituire al paziente denti sani e puliti. Molti punti della dentatura, infatti, come gli spazi interdentali o le parti più nascoste, sono luogo di accumulo di batteri. La pulizia dei denti è ancora più importante per chi non ha le arcate dentali correttamente allineate o soffre di affollamento dentale. Solo con una pulizia dei denti approfondita e regolare si possono infatti scongiurare carie e problemi gengivali.
È fondamentale che la pulizia dentale venga effettuata con regolarità: la frequenza consigliata dagli esperti è di sei mesi. Prolungare troppo il tempo intercorso tra le due sedute, rende necessaria una pulizia più aggressiva.
La pulizia dei denti dunque non va scelta, è piuttosto un appuntamento fondamentale che ciascuno deve ricordarsi di rispettare per mantenere in salute la propria bocca.
In aggiunta all’igiene dentale che, come detto, è uno step obbligato per mantenere denti e gengive sane e in ordine, è possibile ricorrere anche allo sbiancamento dei denti.
Di solito, questo trattamento viene richiesto dal paziente quando desidera avere denti più bianchi o rimuovere le macchie. Alcuni cibi, bevande, medicine e il fumo di sigaretta, infatti, a lungo andare possono opacizzare il bianco naturale dei denti o macchiarlo, a causa di alcuni specifici pigmenti colorati. Attraverso lo sbiancamento dei denti è possibile dunque rimuovere le macchie e restituire ai denti il loro candore.
Questa pratica odontoiatrica ovviamente può essere eseguita solo presso lo studio del proprio dentista. Lo sbiancamento viene effettuato solitamente utilizzando un prodotto sbiancante a base di perossido di idrogeno che viene attivato da una lampada a led. Questa permette l’apertura dei pori dello smalto dentale e attiva lo sbiancamento.
Si tratta di un trattamento da eseguire nel corso di due o tre sedute e da mantenere attraverso l’utilizzo per qualche notte di apposite mascherine, anche queste contenenti perossido di idrogeno, ma ad una concentrazione più bassa.
Lo sbiancamento, lo ricordiamo, non è una pratica intercambiabile con la pulizia dei denti. L’igiene è il trattamento principale per la pulizia dei denti e dei bordi gengivali, mentre lo sbiancamento permette di eliminare le macchie dello smalto e renderli più bianchi.
Dopo il trattamento sbiancante i denti manterranno la loro pigmentazione per almeno un anno, a patto di osservare una scrupolosa igiene orale e di evitare, nelle 72 ore successive, di fumare e consumare alimenti ricchi di pigmenti colorati”.
Ringraziamo il Dott. Ernesto Vatteroni.