Mare e possibili spiacevoli incontri ravvicinati.
Estate è tempo di vacanze al mare e nei nostri mari non è difficile imbattersi in alcuni animali marini che possono trasformare la vacanza in una spiacevole avventura.
È importante dunque sapere come comportarsi in queste situazioni di emergenza, perché il primo soccorso è spesso l’intervento più efficace. Chiediamo dunque al dott. Carlo Bizziocchi della Farmacia Pacchioni di Cavezzo quali sono le “minacce” più diffuse e cosa fare in caso di incontro più che ravvicinato..
“Meduse, ricci di mare, tracine e scorfani vivono in acque poco profonde che sono di solito le più frequentate dai nostri bimbi.
Per cercare di prevenire le lesioni provocate da questi animali è bene insegnare ai bambini a non molestare pesci e altri animali marini in generale, a non infilare le mani tra i sassi o nella sabbia del fondo marino dove si nascondono tracine e scorfani, a guardare la superficie del mare per scorgere le meduse o i ricci sul fondale roccioso.
Indossare scarpette di gomma aiuta a proteggere i piedi che rimangono la zona più colpita, così come usare in acqua magliette tecniche protegge dai tentacoli delle meduse.
Riccio di mare
Vive soprattutto su fondali sassosi o rocciosi e ha il corpo ricoperto di aculei aguzzi e fragili che, se toccati, penetrano nella pelle e si rompono. I frammenti che restano nella ferita sono molto difficili da asportare perché delicati e tendono a spezzarsi.
Nel punto della puntura la pelle è arrossata e brucia e la ferita si infetta facilmente.
Cosa fare
* Per alleviare il dolore mettere a bagno la parte interessata in acqua calda alla temperatura massima tollerabile evitando di scottarsi.
* Rimuovere gli aculei con ago sterile e pinzetta facendo attenzione a non spingerli ulteriormente in profondità e a non spezzarli. Se al termine dell’operazione rimangono dei puntini neri sparsi, non necessariamente si tratta di frammenti di aculei e potrebbe essere invece solo pigmento, che nel giro di qualche giorno sparisce.
* Per aiutare l’eliminazione dei frammenti l’applicazione di una pomata a base di ittiolo nell’arco di pochi giorni favorisce l’espulsione degli aculei infilati più superficialmente nei tessuti.
* Lavare e disinfettare la ferita.
* Consultare il medico se la ferita diventa rossa, gonfia o dolente nei giorni successivi.
Medusa
Ha varie forme e dimensioni e consistenza gelatinosa. Il suo corpo è ad ombrello con tentacoli ricchi di vesciche urticanti (nematocisti). Si sposta anche spontaneamente, ma per lo più segue la corrente.
In corrispondenza del contatto con i tentacoli, compaiono sulla pelle chiazze arrossate, rilevate e pruriginose.
Raramente si possono avere sintomi generali, tra cui difficoltà respiratoria, mal di pancia, crampi muscolari, ed eventualmente shock.
Cosa fare
* Rimuovete i tentacoli eventualmente rimasti appiccicati alla pelle con molta delicatezza usando una scheda rigida tipo carta di credito e proteggendo bene le vostre mani.
* Lavare con acqua di mare meglio se calda (a 42-45°: l’acqua deve essere calda ma non scottare);
* NON sciacquare con candeggina né con acqua dolce che fa scoppiare eventuali vescicole attaccate alla pelle liberandone il veleno e peggiorando il dolore. NON applicare ghiaccio perché le proteine di cui è costituito il veleno sono termolabili e vengono distrutte dal caldo.
* Applicare un gel a base di cloruro di alluminio, anche più volte, fino alla scomparsa del prurito.
* Consultare il medico o rivolgersi al Pronto Soccorso se compaiono sintomi generali o se le lesioni sono vicino agli occhi.
Tracina e Scorfano
La tracina o pesce ragno è un pesce di piccole dimensioni, vive in fondali bassi sabbiosi e rocciosi e si mimetizza facilmente. Se irritato, utilizza le pinne dorsali, che contengono gli aculei velenosi.
Lo scorfano invece è di grosse dimensioni (fino a 50 cm), rossastro o marrone con macchie più scure. Ama fondali rocciosi un po’ più profondi. Anche lui ha una pinna dorsale con molte spine velenose.
Entrambi se pungono causano sintomi simili e quindi sono uguali anche i provvedimenti da adottare.
Nell’area colpita compare un dolore acuto dapprima localizzato, poi via via più esteso, persistente per 12-24 ore. La pelle diviene arrossata e gonfia, e facilmente può infettarsi. Non mancano formicolii e perdita di sensibilità della zona colpita. Possono comparire anche sintomi generali, come mal di testa, vomito, febbre, ed eventualmente shock.
Cosa fare
* Rimuovere eventuali frammenti di aculei
* Immergere la parte colpita in acqua molto calda per almeno 1 ora perché il veleno viene inattivato dal calore. In alternativa affondare il piede o la mano colpita sotto la sabbia calda. Il caldo aiuta ad alleviare l’intenso dolore. Non applicare ghiaccio o acqua fredda!
* Lavare e disinfettare accuratamente la ferita.
* Consultare il medico se compaiono sintomi generali o la ferita diventa rossa, gonfia o dolente nei giorni successivi.
Ringraziamo il dott. Carlo Bizziocchi.