Domani 28 giugno, un nuovo appuntamento nel bosco per un Bagno di Gong.
Di nuovo a Cavezzo, dove ci sono già stati altri appuntamenti con successo di partecipanti e sempre diretto da Monica Benatti.
Come abbiamo fatto già in precedenza, vogliamo dare evidenza all’estrema semplicità di un “bagno” di Gong e alla sua “vicinanza” ad ognuno di noi.
Il Gong è uno strumento millenario, ha viaggiato in tutto il mondo e tutte le popolazioni incontrate lo hanno sempre trattato e utilizzato nello stesso modo per la sua capacità di riportare l’essere umano all’essenza, il suo suono infatti è prodotto dalla sua vibrazione ovvero la prima forma di coscienza che sviluppiamo nello stato fetale.
Il potere del suono del Gong è tutt’altro quindi di qualcosa in cui bisogna “sforzarsi” di credere o di qualcosa di “elitario” culturalmente, è semplicemente qualcosa che riportandoci all’essenza, ci “distrae” dalla quotidianità, dal momento, dal flusso dei pensieri, e questa “interruzione” naturale che normalmente dura circa un’ora, ha effetti positivi per giorni.
L’interruzione del “traffico” che affolla la mente non è forse l’obiettivo di mille medicine, di mille “saggi” consigli e di mille nostri propositi o desideri?
Sì eccome, con un Bagno di Gong chiunque noi siamo è facilissimo ottenere questo risultato e non si deve fare niente se non scegliere un posto e distendersi. Probabilmente ci si addormenterà, distesi e senza il rumore del traffico congestionato nel nostro cervello è la reazione più naturale.
il suono del Gong è molto più potente dei nostri pensieri li surclassa, ne prende il posto e per il tempo in cui lo farà, saremo così “leggeri” da poter fluttuare facilmente, come appunto abbiamo fatto per tutto il tempo nella perfezione dello stato fetale., ma niente di più facile a farsi che a dirsi…..
Buon bagno!