All’aperto, in casa o al ristorante il pranzo di Pasqua è sotto il segno della tradizione. Lo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti/Ixè, l’87 per cento degli italiani ha deciso di consumare a casa propria o di parenti e amici il tradizionale pranzo pasquale per il quale è stata stimata una spesa media di 54 euro a famiglia.
A Pasqua la primavera entra in cucina e delizia i palati con i piatti che si tramandano di generazione in generazione. A guidarci in questo tour del gusto è Alessia della trattoria “Il Carrobbio” di San Felice.
“Quello di Pasqua – spiega Alessia – è un pranzo legato alla tradizione. Ci sono due cose che non possono mancare: i tortellini in brodo e le tagliatelle al ragù di carne”.
Quindi per iniziare due certezze della nostra terra e per secondo non può mancare l’agnello, anche se questo è un tipo di carne che per il suo sapore particolare non molti apprezzano.
“Per i secondi – continua Alessia – la nostra è una doppia proposta: gli involtini di pollo con cotto e fontina, un po’ meno usuali, e l’agnello ai ferri, una ricetta nuova per dare un gusto un po’ diverso”.
L’agnello, però, prima di essere cotto ai ferri viene messo in cunza o cunsa, come si dice da queste parti. Si tratta – aggiunge Alessia – di una marinatura “con bacche di ginepro e alloro per far perdere quel sapore forte”. Poi un po’ di contorno con insalata o patate.
Infine, il dolce. Certo non possono mancare colomba e uova di cioccolata, ma nella Bassa compare spesso il dolceamore. “E’ un semifreddo – spiega ancora Alessia – a base di cioccolato con amaretti e mandorle. Non è un dolce tipico pasquale, ma è un dolce della festa. Ogni tanto lo facciamo anche noi in trattoria. Mia nonna lo metteva in una terrina tonda che sembrava una cupola. Sono in pochi a conoscerlo e per me quello è il dolce della nonna”. Un sapore di tanti anni fa che è arrivato fino a noi.