Nel carrello e sulla tavola degli italiani la carne c’è ancora. Anzi, crescono i consumi di qualità. A dirlo i dati dell’Osservatorio Permanente sul Consumo Carni promosso da Agriumbria, in programma a Bastia Umbra dal 29 al 31 marzo 2019, che ha elaborato i dati di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) e Nielsen Consumer Panel.
Nei primi nove mesi del 2018, i consumi di carne bovina fresca sono cresciuti dello 0,4% dei volumi acquistati rispetto allo scorso anno, con un aumento ben più consistente livello di spesa: +3,2%. Crescono del 1,4% le famiglie acquirenti e gli atti d’acquisto (+0,8%), soprattutto di quelli in promozione (+2,8%) che sono il 39% degli acquisti complessivi.
Gli italiani preferiscono le Igp: bene le carni bovine, calano conigli e ovicaprini. Stabili i suini. Nel periodo preso in esame dall’Osservatorio, sono state vendute, esclusivamente per uso domestico, oltre 565mila tonnellate di carne di cui oltre 200mila di carne bovina (35% del totale). La spesa complessiva per l’acquisto di carni nei primi otto mesi ha superato i 5 miliardi, mettendo a segno un incremento del 3,1% rispetto alla spesa dell’analogo periodo del 2017. Sostanzialmente stabili i consumi di carne di maiale dove si registra un +1.6% a valore e un -0,8% in quantità, calano i consumi delle carni minori (cunicola e ovicaprina) per le quali le perdite sono costanti ed importanti. In particolare le carni cunicole hanno registrato in calo del 4,6% in valore e del 7,9% in volume, le ovicaprine un -4,4% in valore e -4,3% in volume. Crescono le carni avicole con un +4,7% in valore e +0,4% in volume.
«Non è un caso – ha commentato Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere – che se da un lato calano i capi allevati in genere, dall’altro aumentino quelli riferite alle Igp, come per esempio il Vitellone Bianco che proprio ad Agriumbria, grazie alle associazioni di categoria, ha saputo da anni trovare una vetrina non solo a livello di incontro domanda-offerta, ma di mercato, mi risulta infatti che grazie a nostri incontri B2B siano stati molti gli allevatori che si sono aperti un mercato all’estero».
Cresce il consumo nella Ue. Secondo i dati di macellazione dei singoli Paesi Membri, in Europa, la produzione di carne risulta in aumento rispetto allo scorso anno del 2,3% grazie agli incrementi registrati in tutti i principali Paesi. In particolar modo continua a crescere la produzione di Polonia, Francia e Regno Unito. Anche in Italia la produzione è in aumento (+4% i volumi comunicati ad Eurostat nei primi 7 mesi) e a giudicare dai dati sembra che a contribuire siano stati soprattutto i capi del circuito latte.
In calo l’import carne fresca (-1,3%), vola quella congelata (+24,6%) Sebbene a luglio le importazioni di carne bovina fresca abbiano registrato un incremento del 9% rispetto a luglio 2017 per il calo dei listini delle carni europee, l’import ha registrato un calo dell’1,3%, mentre le importazioni di carne congelata sono aumentate del 24,6%.
Chi sono i fornitori di carne dell’Italia. Tra i maggiori fornitori di carne bovina, sono aumentati i volumi in arrivo da Irlanda, Danimarca, Argentina e Francia, tutte con elevati prezzi all’import. Sono diminuiti, invece, gli arrivi di carni da Polonia, Paesi Bassi, Germania, (che rimangono tuttavia da soli fornitori di quasi la metà delle carni importate). In crescita anche gli acquisti da Stati Uniti (+27%) e Australia (+64%).
I consumi nella Bassa. Anche nel nostro territorio i consumi di carne tengono bene e ai consumatori della Bassa piace soprattutto la carne già pronta per essere cucinata. Lo racconta al nostro giornale Roberta della Conad San Felice. “La carne di manzo, maiale, pollo e coniglio è sempre venduta bene, ma vanno tantissimo i preparati”, ovvero cotolette, hamburger e piatti quasi pronti solo da cuocere. “Il reparto carne – continua Roberta – è quello che lavora di più e la clientela ha dai 45 anni in su”.