Un nuovo appuntamento nel bosco per un Bagno di Gong.
A Cavezzo il successo del primo appuntamento, come avevamo annunciato, ha prodotto il secondo Bagno di Gong con ancora più partecipanti del primo e sempre diretto da Monica Benatti.
L’aspetto della cosa che qui più ci preme sottolineare è la sua estrema semplicità e la vicinanza che ha con ognuno di noi.
Il Gong è uno strumento millenario, ha viaggiato in tutto il mondo e tutte le popolazioni incontrate lo hanno sempre trattato e utilizzato nello stesso modo (quando mai per altro) per la sua capacità di riportare l’essere umano all’essenza, il suo suono è dato dalla sua vibrazione e la percezione di ogni essere umano inizia nello stato fetale, dove appunto le vibrazioni sono la prima forma di coscienza.
Il potere del suono del Gong è tutt’altro quindi di qualcosa in cui bisogna “sforzarsi” di credere o di qualcosa di “elitario” culturalmente, è semplicemente qualcosa che riportandoci all’essenza, ci “distrae” dalla quotidianità, dal momento, dal flusso dei pensieri, questa “interruzione” naturale che normalmente dura circa un’ora, ha effetti positivi per giorni.
L’interruzione del “traffico” che affolla la mente non è forse l’obiettivo di mille medicine, di mille “saggi” consigli e di mille nostri propositi o desideri?
Sì eccome, bene, allora con un Bagno di Gong chiunque siamo è facilissimo ottenere questo risultato e non si deve fare niente se non scegliere un posto e distendersi. Probabilmente ci si addormenta, senza il rumore del traffico congestionato nel nostro cervello, il suono del Gong è molto più potente dei nostri pensieri li surclassa, ne prende il posto e per il tempo in cui lo farà, saremo così “leggeri” da poter fluttuare facilmente, come appunto abbiamo fatto per tutto il tempo nella perfezione dello stato fetale. “Tutto qui”…..